giovedì 1 ottobre 2015

"Inferno" - Dan Brown

Dopo tanto tempo di assenza, rieccomi!




Trama (dal libro): Di “infernale” questo thriller ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d’azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità. Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. È naturale che al poeta fiorentina e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure le temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato corsi e studi universitari ad Harvard. È quindi normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e il Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i senso di marcia da legioni di visitatori.
Ma ora è tutto diverso, non c’è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine.  Questa volta è un incubo e la sua conoscenze della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita.
Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d’ospedale, storito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l’Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell’anestetico, soltanto un incongruo “very sorry”, il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti.
Comincia una caccia all’uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un’organizzazione chiamata Consortium è ambigua quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione.

Recensione ed analisi.
Ogni capitolo riporta una storia diversa con protagonisti diversi, tutte storie apparentemente disconnesse tra loro e molto spesso con salti temporanei di flashback, ma che sono sfaccettature di uno stesso background; anche i vari personaggi del libro vengono descritti in modo misterioso, ognuno con un diverso vissuto alle spalle, che verrà a galla durante la lettura e chiarirà tutti i dubbi del lettore. Soprattutto Robert Langdon, il famoso professore di Harvard, lascia inizialmente il lettore a bocca aperta: pare che un incidente gli abbia fatto perdere la memoria. Il lettore lo tiferà e non verrà deluso, quando Robert fa delle nuove scoperte.
A fare da sfondo è l’affascinante mistero mix tra la storia dell’arte e la poesia; il vero protagonista, infatti, è Dante Alighieri. Dan Brown, con il suo stile in terza persona, descrive così dettagliatamente ogni luogo in cui Robert si ritroverà, questa volta non da turista, che pare al lettore stesso di viaggiare insieme a lui. Ogni dettaglio non manca mai di qualche riferimento alla storia: un monumento, una piazza, una chiesa, una via, un quadro etc.; tutto viene descritto in riferimento a una poesia che uno scienziato, in modo molto ben nascosto, ha lasciato come traccia verso qualcosa di inaspettato e pericoloso. Il professore, con la sua grande conoscenza, riuscirà, anche a fatica e sbagliando, a scoprire tante piccole tracce che costruiranno la pista da seguire. Infine, anche la scienza avrà la sua buona parte nella storia.
Personalmente, ho trovato molto belli i passaggi in cui panorami e momenti d’azione del docente di simbologia venivano descritti: era come essere presente nello stesso luogo e vedere le stesse cose. Posso essere un po’ più pesanti, invece, le parti di scienza che, alla fine, verrà messo in chiaro e porterà il lettore a domandarsi e scegliere quale sia la cosa giusta da fare in una situazione senza via d’uscita.

Lo stile di scrittura è abbastanza scorrevole, in certi punti è così intrigante e fatta bene che è difficile staccare gli occhi dalle pagine finché non si arriva alla fine del capitolo.

Consigliato a chi ha apprezzato gli altri libri dello stesso autore, ma soprattutto a chi ama il thriller e il mistero della storia dell’arte che da secoli accompagna il nostro Paese e a chi piace anche il mistero della scienza, che spesso si scontra con la fede. Perché no, è consigliato anche a chi gli affascina la poesia di Dante.

Valutazione finale: 9

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